Expedia acquisisce Orbitz: cosa significa per gli Hotel?
Come molti avranno avuto modo di sentire o leggere, la scorsa settimana Expedia ha annunciato di aver ufficialmente acquisito Orbitz per 1.33 miliardi di dollari. Nonostante le acquisizioni di Expedia e Booking siano giustificate dalla necessità di espandersi e offrire nuovi servizi, cosa significa l’affare Orbitz per gli albergatori?
L’argomento è molto interessante e per questo riteniamo sia giusto e doveroso parlarne, esplorando un argomento già trattato sotto certi punti di vista anche all’estero vista la portata dell’evento. L’assorbimento di Orbitz da parte di Expedia ha infatti portato ad un ulteriore concentrazione dell’industria di viaggi e nello specifico del mercato dominato dalle OTA ed è probabile che porti a nuovi svantaggi per gli albergatori, senza effettivamente giovare alle strutture ricettive.
Expedia & Orbitz: positivo per i consumatori, negativo per gli Hotel
La finalizzazione dell’acquisizione infatti permetterà alle OTA, in questo caso ad Expedia, dipossedere una quota di mercato ancora più grande, garantendogli una maggiore libertà einfluenza sulle negoziazioni con gli hotel. Secondo quanto dichiarato a Mashable da Patrick Bosworth, CEO e co-fondatore di Duetto, un’azienda specializzata in soluzioni per management e revenue, saranno proprio gli alberghi ad essere danneggiati da questo affare:
E’ sempre più difficile per un hotel decidere di non lavorare con Priceline o Expedia. Il consolidamento aumenta l’efficienza e le risorse a disposizione di un piccolo gruppo di colossi, che può così dominare il mercato attraverso i canali online. Ed hanno un’influenza tremenda nella negoziazione con gli albergatori.
Mentre in un normale mercato una concorrenza ridotta porterebbe ad un possibile aumento dei prezzi per i consumatori, la riduzione dei competitor nel settore delle prenotazioni online non fa altro che consolidare la posizione delle OTA e aumentarne il potere. A confermare questa ipotesi è anche Gautam Lulla, Presidente di Travel Tripper: “Expedia e Priceline forniranno dall’80% al 90% delle prenotazioni per le agenzie di viaggi online negli Stati Uniti. Ciò significa che i consumatori potranno ottenere tariffe più vantaggiose.”
In sostanza, quindi, quali scenari si prospettano per gli albergatori? Con il consolidamento dell’industria delle OTA, gli hotel saranno sempre più dipendenti da un numero minore di agenzie di viaggi online. Tale dipendenza obbligherà le strutture ad adeguarsi ulteriormente alle tipologie di accordi che attualmente caratterizzano i contratti con i portali: ovvero clausole vessatorie e commissioni elevatissime che garantiranno, almeno per il prossimo futuro, enormi introiti alle OTA del calibro di Priceline e Expedia.
Una parola d’ordine: disintermediare
Alla luce degli svantaggi che in prospettiva influenzeranno le strutture ricettive, gli hotel potranno (e dovranno) comunque tentare di “rubare” i consumatori alle OTA attraverso mirate politiche di disintermediazione che permettano di sfruttare in modo importante i canali diretti, ovvero gli unici in grado di garantire guadagni ripuliti dalle eccessive commissioni.
Le soluzioni principali in questa direzione riguardano soprattutto un investimento nel sito ufficiale dell’hotel e l’offerta di vantaggi esclusivi per chi decidesse di prenotare sul sito senza passare per un’OTA. Potrebbe essere una buona idea, ad esempio, creare un programma fedeltà per aumentare le prenotazioni dirette degli ospiti già fidelizzati.
Naturalmente si tratta soltanto di poche idee, ma ciò che riteniamo sia necessario è che gli albergatori studino strategie in grado di aumentare la disintermediazione, riducendo così la dipendenza assoluta dalle OTA.